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Bisogni educativi speciali, cosa sono

Non si può di certo generalizzare sui bambini, perché ognuno di loro ha i propri tempi di crescita e questo vale sia dal punto di vista fisico che cognitivo. UN aspetto rilevante per evitare l’errore di etichettare un bambino paragonandolo agli altri. Questa una prima considerazione da dover fare quando si parla di bambini con esigenze speciali, perchè anche se si considera ogni bambino a sè è pur vero che bisogna prestare attenzione a coloro che presentano delle difficoltà specifiche che siano esse fisiche o legate all’apprendimento, per cui è necessario definire delle modalità personalizzare che consentano loro di poter apprendere al pari di altri.


Spesso si sente parlare di bisogni educativi speciali, che richiamano l’attenzione di tutti soprattutto delle istituzioni, chiamate a fronteggiare una problematica sempre più emergente. Si tratta infatti di bambini che presentano delle difficoltà specifiche nell’apprendimento, compresi quelli a condizioni di temporanea impossibilità ad apprendere nei modi e nei tempi stabiliti o prefissati dall'adulto. Bambini che necessariamente richiedono un intervento educativo mirato e altrettanto personalizzato.




Tra i fattori più comuni che comportano l’insorgenza di un BES (bisogni educativi speciali sono ricomprese le differenze culturali, differenze linguistiche, svantaggi culturali e/o sociali oltre che sanitari. Infatti, nei BES vengono ricompresi i disturbi evolutivi specifici, DSA; deficit di linguaggio, deficit delle abilità non verbali, deficit della coordinazione motoria, ADHD e, infine, alunni con svantaggio di tipo sociale, culturale e linguistico. Difficoltà che derivano dunque non solo da deficit legati a situazioni sanitarie permanenti o temporanee ma anche da motivi sociali.


In questo caso l’attenzione si sposta soprattutto sul modo migliore per poter aiutare bambini con bisogni educativi speciali ad avere le stesse possibilità dei bambini considerati normali, soprattutto dal punto di vista didattico, secondo quanto prevede la nostra legge sul diritto allo studio.




Per questo motivo la scuola ha un ruolo davvero unico e fondamentale, in quanto oltre ad essere spesso protagonista nell’individuazione di un disturbo dell’apprendimento di un bambino può e deve utilizzare strumenti didattici esclusivi che consentano al piccolo di essere al passo con gli altri, garantendogli così le stesse possibilità di imparare.

I bisogni educativi speciali e i bambini portatori di tali bisogni devono essere diagnosticati, riconosciuti e certificati come tali e agli insegnanti spetta la predisposizione di un Piano didattico personalizzato, che comprende sia strategie didattiche alternative sia misure dispensative e misure compensative come l’utilizzo della calcolatrice o di un tablet).

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